Gita sul fiume.
Armati di repellente antizanzare e di macchine fotografiche partiamo per risalire il Rio Diablo con i gommoni. Lasciamo la tranquilla frenesia del mare e della barca dirigendoci verso un non meglio precisato punto nella mangrovia. Tutto sembra uguale, impenetrabile.
Poi ad un tratto la profondità diminuisce fino a richiedere l’uso dei remi. Ancora qualche decina di metri e senza quasi rendecene conto entriamo in un’altro pianeta: il fiume!
Di colpo cambiano i suoni, cambiano i colori, cala il vento e si calma l’acqua. Gli uccelli strillano al nostro passaggio, strani pesci guizzano nell’acqua fangosa che, lo capiamo dalle tracce sulle sponde, nasconde rapidi e guardinghi coccodrilli.
Siamo emozionati. I sensi tesi a percepire il minimo movimento nella speranza di cogliere la presenza di qualche animale che abita la foresta pluviale dell’entroterra di Panama.
Una canoa india é ormeggiata lungo la sponda, probabilmente vi é una “finca” poco distante.
Sappiamo che molti kuna hanno in utilizzo dei pezzi di terra su cui coltivano yucca, banane primitivos, insalata ed otoe, una specie di callaloo caraibica.
L’ambiente é ovattato e se non fosse per le citras si potrebbe restare qui fino al tramonto per vedere uscire il mondo della notte ma questi minuscoli e voraci moscerini sono un efficace deterrente alla presenza turistica di questa zona.
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