mercoledì, settembre 30, 2009

Evviva Microsoft!!

Insomma, direte, ma 'sti tre quanto ci mettono a sfornare un post che ci consenta di viaggiare un po’ con loro?

Risposta: é vero che facciamo una vita frenetica e che il piccolo marinaretto assorbe tutto il tempo di una persona…spesso della mamma…che è anche quella che da sempre si occupa dei siti e del blog.

Però!

Questa volta c’è di mezzo una congiuntura informatica a dir poco sfavorevole che peggiora la performance assorbendo la già esigua disponibilità di tempo.

Ecco i fatti: abbiamo preso in settembre 2008 un bellissimo computer Olidata, casa italiana a cui siamo fedeli da anni e che ci ha sempre dato prova di una solidità straordinaria. (Per inciso, proprio questo testo lo sto scrivendo sul mio primo Olidata che deve avere ormai oltre 6 anni!)

Qualche mese fa si presenta un problema alla web cam e la direzione di Olidata si offre di inviarci un nuovo computer in sostituzione. Il nostro amico Alberto si occupa di recuperare il nuovo notebook, di portarcelo in Martinica e di riportare quello danneggiato al suo ritorno.

Arriviamo ai primi di settembre, prossimi alla data della partenza, che il nuovo Olidata cracca spaventosamente spegnendosi e riaccendendosi da solo in un loop senza fine.

E’ terrore!

Non possiamo partire senza computer, la meteo, il satellitare, i mail, le carte nautiche…IL BLOG…tutto è oramai legato al computer.

Era un venerdì sera e l’unico rimedio antidepressioneinformatica era saltare in macchina l'indomani mattina presto e comprare un computer nuovo.

Così successe. Con un nodo in gola ci compriamo un Acer, bella macchina ma …con Windows VISTA!!!???!!!

Siamo riusciti a scamparla finora, ma adesso ci tocca soccombere.

Incrociamo le dita e ritorniamo a bordo con il cuore pieno di speranza.

Iniziamo le installazioni, nulla funziona, i programmi di navigazione fanno piantare il sistema e come chiediamo al computer più di tre cose lui si pianta come se stesse calcolando la traiettoria di Fly by di Exomars. Siamo increduli! La macchina ha caratteristiche da auto da corsa e invece zoppica ogni tre passi andando a passo d’uomo.

Se dovessimo chiedere al caro Bill un cent per ogni minuto passato a vedere quel cavolo di pallino azzurro che ti dice Shhht sto pensando! Beh, caro Bill saresti alla stazione a chiedere l’elemosina.

Intanto il risultato è che nelle circa due ore che abbiamo a disposizione io ed Enrica insieme mentre Pablo fa la pennica dopo pranzo, al posto di divertirci o di lavorare al blog, contiamo le evoluzioni dell’odiato pallino di Vista.

Francamente non sappiamo cosa sperare. Forse che si riesca a rifare il cambio con Olidata ritornando in possesso di un sistema che funzioni.

Nel frattempo sapete chi dovete ringraziare per il modo in cui il blog di Aquarius langue.

martedì, settembre 29, 2009

Klein Bonarie

Oggi ci siamo promessi una mattinata di spiaggia. Armati di pinne e maschera, paletta e secchiello, dolcini e succo di frutta partiamo in gommone verso l’isoletta di Klein Bonarie che dista poco meno di un miglio dall’ancoraggio.

Arriviamo e siamo soli. Sulla spiaggia solo le impronte dei Sand Piper in cerca di piccoli crostacei da mangiare. Una pace incredibile.

Passeggiando sul bagnasciuga vediamo quattro tartarughe che brucano tranquille su una prateria a pochi metri dalla spiaggia.

Emozionante!

Nicolas e Pascale ci raggiungono e ci godiamo questo momento di tranquillità tutti insieme.

Con un compagno di immersioni si può pensare allo snorkeling: io e Nicolas partiamo per un giro di fotografia subacquea lungo la parete che ci sembra più interessante.

I fondali sono bellissimi, i pesci sono tanti ed assolutamente fiduciosi, tanto da permettere foto a distanza davvero ravvicinata.

Effettivamente il fatto che nessuno li peschi da diversi anni dà i suoi risultati.












domenica, settembre 27, 2009

In esplorazione

MARCO! MARCO! Strilla un altoparlante.

Usciamo e vediamo il Badinguet dei nostri amici Nicolas e Pascale che finalmente sono riusciti a raggiungerci e con i quali proseguiremo il viaggio fino a San Blas. “Bonsoir les amis, heureux de vous retrouver”.

E’ così che ci si lascia e ci si ritrova tra le barche in viaggio. A volte ci si perde di vista per anni ma poi, magicamente, si riconosce qualche dettaglio di una barca ed ecco che le rotte tornano ad incrociarsi.

Avevamo intenzione di affittare un fuoristrada per fare un giro di un paio di giorni sull’isola, ne parliamo a Nicolas che prende al volo l’occasione e programmiamo tutto per l’indomani mattina.

Affittiamo un Pick up Toyota e siamo proprio felici di cominciare questa avventura terrestre. La macchina non è male, ma già dai primi metri si sente che non ha nulla a che vedere con il nostro fedele Toy che riposa tranquillo nel fienile di Zio Beppe.

Il primo giorno lo dedichiamo alla costa sud ed una parte della costa est, mentre l'indomani faremo la costa ovest ed il parco di Washington Slagbaai.

Scopriamo un’isola dai paesaggi cangianti tra il deserto lunare e le saline, tra insenature incantevoli e colline di cactus. Su Bonarie vivono oltre 200 specie di uccelli tra cui pappagalli, falchi e fenicotteri rosa otre ad iguane terrestri ed asini selvatici.

Il giro si rivela una scoperta e non ci stanchiamo di esplorare ogni stradina per visitare ogni posto che ci stuzzica la curiosità.

Come potrete immaginare abbiamo scattato una quantità industriale di fotografie quindi vi illustreremo le cose più belle in un tentativo di selezione.



























giovedì, settembre 24, 2009

Bonarie Antille Olandesi

L’isola ci appare secca e ventosa, piatta a sud ed appena collinare a nord, con costruzioni piuttosto curate sui toni dell’ocra.
Tutto è molto pulito ed organizzato, l’acqua è trasparente ed anche sotto il molo commerciale si vedono pesci pappagallo, pesci scatola e magnifici snapper.
Bonarie è un parco marino e lungo tutto il perimetro ci sono siti di diving segnalati da boe cilindriche gialle poste lungo la parete corallina.
Si lascia il gommone al dock del Kareel’s bar che sarà una tappa d’obbligo per l’happy hour delle 5 nei prossimi giorni.
La piccola comunità di naviganti si identifica al volo ed entro la sera siamo già invitati ad unirci ad un gruppo di canadesi. Sentiamo già un’aria diversa delle Grenadines, le barche che transitano per Bonarie sono in viaggio verso Panama, il Pacifico, la Nuova Zelanda ed alcuni per il giro del mondo ed i discorsi da bar spaziano sui cinque continenti.

Il primo impatto comunque ci lascia piuttosto delusi: l’acqua sembra bella ma in realtà c’è un sacco di sospensione di dubbia natura, non c’è una spiaggia praticabile vicino alla barca, la boa d’ormeggio obbligatoria costa 10 dollari al giorno e per andare a fare il bagno all’isoletta di Klein Bonarie si devono pagare altri 10 dollari.

Tutto è giustificato dalla presenza del Parco, ma poi scopriamo che non esiste neanche un sistema di raccolta differenziata e che lattine, vetro ed umido finiscono tutti nello stesso sacchetto.
Insomma! Sembra che qui tutto sia fatto per spremere i turisti piuttosto che per ottenere le risorse necessarie ad un vero programma di conservazione.









mercoledì, settembre 23, 2009

Nuove rotte

Una cenetta, una buona bottiglia ed una notte tranquilla e ventilata con la barca ferma che sembra ormeggiata in porto sono l’ideale per riprendersi dal viaggio e l’indomani mattina siamo già pronti per ripartire.
Salpiamo, issiamo le vele e mi dico “cià che vediamo se pesco un pesciolino per il mio bambino”: calo la lenza mentre Aves di Sotavento si allontana rapidamente.
Non passano venti minuti che BZZZZZZZWWWWWWWWIIIIIIIIIIII la lenza parte come un razzo poi molla e riparte a mille.

Puggiamo per nascondere il genoa dietro la randa e rallentare un poco, non c’è tempo per ammainare. Lavorando con la frizione del mulinello cerco di ammorbidire i violenti strappi di quello che sembra un pesce piuttosto contrariato e di notevoli dimensioni.
Impossibile recuperarlo con il mulinello ed allora ben puntellato sulla plancetta di poppa con i guanti da lavoro comincio una lenta operazione di recupero.

Enrica riavvolge il mulinello e Pablo osserva verso poppa tutta l’operazione assicurato dalla cintura di sicurezza che indossa sempre durante le manovre.
Sfruttando le onde riesco a recuperare pochi metri alla volta ma per fortuna il pesce si stanca presto e comincia a venire a galla sempre più spesso.
Ci vorrà più di mezz’ora per recuperarlo. Mentre si avvicina cominciamo a distinguerne la forma: è lungo e grigio con la testa piuttosto appuntita e temiamo che sia un barracuda.

Mannaggia, tutta questa fatica per poi ributtarlo a mare. Anche se siamo molto a sud evitiamo di mangiare grossi barracuda per il rischio di ciguatera.
Tira e tira che si avvicina fin che distinguiamo delle righe verticali. E’ un Wahoo!

Alla faccia del pesciolino per il bambino! Peserà almeno una ventina di chili! Qui ci vorrà un mese per venirne a capo.

Ed ecco il risultato di questa mattinata! Poco più tardi il pesciotto sarà già sfilettato e questa sera, con calma, faremo le porzioni da mettere sottovuoto.

Ah, sapete cosa ha detto Pablo alla vista del Wahoo? Aaaammm!

Tutto chiaro? Così sono i bimbi di mare!

Due bordi al gran lasco e le 38 miglia che separano Aves da Bonarie passano in un lampo. Doppiamo l’estremità sud e ci mettiamo di bolina con vento teso e mare piatto per percorrere la decina di miglia che ci separano dall’ancoraggio di Kralendijk.

Un barchino di pescatori passa sottobordo “Hola bienvenidos a Bonarie!”





























martedì, settembre 22, 2009

Alla fine del mondo conosciuto

Passiamo a nord di Los Roques che è gia notte e non vale la pena di fermarsi, ma nel frattempo ci è venuta voglia di siglare una tappa storica che segna due elementi importanti per noi: la prima crociera con Pablo da poche settimane dentro la sua mamma e la fine del mondo conosciuto per quanto riguarda le nostre navigazioni nel mar dei Caraibi: Las Aves!

Il timing è perfetto! A metà pomeriggio passiamo a nord del faro di Sotavento, chiamiamo il guardacoste per segnalarci e chiedere autorizzazione “No ai problema senor. Bienvenido a Las Aves!".

Poco dopo l’ancora scende verso il fondale sabbioso dell’isla Palmera in uno scenario magnifico di natura intatta. Ad un paio di miglia da noi vediamo un’altra barca a vela dopo tre giorni di mare senza aver incontrato nessuno. Siamo fieri di questa prima “lunga” in tre e sentiamo che condividere momenti così forti stringe tra noi un legame unico.
















lunedì, settembre 21, 2009

Attraversando il Mar dei Caraibi

Aquarius fila sicura verso sudovest, navigando confortevolmente al gran lasco. Non è la rotta diretta ma preferiamo guadagnare gradi verso sud per allontanarci dalla zona degli uragani.

Io, Marco, faccio una buona parte del turno di notte, così Enrica resta operativa durante il giorno per seguire la navigazione ed intrattenere il marinaretto. E’ un modo strano di navigare e ci si vede durante i pasti, alle manovre e poco più.

Pablo partecipa, aiuta a regolare le vele tirando sulle scotte, controlla la rotta al GPS, sorveglia le collisioni con i pesci volanti e quando è stanco si concede un bel bagno in piscina all’ombra della capottina al sicuro nel pozzetto.

E’ uno spettacolo! A volte nelle rollate più forti parte con tutta la piscina da una parte all’altra del pozzetto ma lui niente, neanche un plissè, come direbbe la Mussi.

Superata Blanquilla puggiamo in poppa e tangoniamo il genoa. Ovviamente le rande sono fissate dalle ritenute e riusciamo ad avere una tolleranza di circa 20° per lato, il che ci permette di orientarci con il mare in poppa piena per ridurre il rollio.

Il genoa si disputa spesso con la randa di maestra (a poppa) e decidiamo di ammainarla per evitare discussioni a bordo. Perdiamo quasi un nodo ma di colpo tutto torna dolce e silenzioso.

Siamo in luna nuova e due volte al giorno il mare si irripidisce per effetto della corrente dando luogo a splendidi giochi d’acqua. La mancanza della luna ci regala notti stellate come non ne vedevamo da tempo. La via lattea si srotola poco a sinistra della nostra rotta, Giove soprannominato stella Lulù (vedi “la Pimpa e la stella Lulù” noto testo di astrofisica per bambini) brilla sicuro nel cielo della sera, il Toro con Aldebaran ci fanno un saluto verso la metà della notte per lasciare il posto ad Orione che, in piedi già verso le 04.00 accompagna Aquarius fino al sorgere del sole.

E’ come una danza rituale che si ripete ogni notte, variando i rilevamenti di pochi gradi e ritardando di qualche minuto ogni giorno man mano che la barca segue la sua rotta verso ovest.













sabato, settembre 19, 2009

-3 -2 -1...Go!


Fine mattinata, cielo terso e 18 nodi di vento da Est. Issiamo le vele a ridosso del grande banco nella baia di Marin. Tutto si svolge come al solito, in silenzio.
Lo abbiamo fatto mille volte, qui in questo stesso posto, ma sappiamo che oggi é diverso. Ci mettiamo in assetto al gran lasco e cominciamo a scivolare a 7 nodi verso la nostra nuova vita.

Primo scalo probabile le isole di Los Roques a 350 miglia di distanza. Dopo 10 anni passati navigando dalla bolina al traverso dirigere la prua verso SW con vento portante ci sembra un sogno.

Pablo guarda affascinato verso l’orizzonte sobbalzando ad ogni salto dei pesci volanti, noi guardiamo affascinati questo piccolo marinaio.





















giovedì, settembre 17, 2009

Buon vento René!

E’ giunto il giorno!
Partiremo domattina e come ultima cosa andiamo a salutare Eric JJ.

Insieme passiamo sempre dei bei momenti ma oggi in ufficio si respira un’aria strana: “Marco, hai avuto la notizia?”
“No che cosa é successo?”
“Scusa non ho potuto chiamarti prima, René ci ha lasciati questa mattina.

Silenzio

Per me ed Enrica é come un pugno secco nello stomaco.

Difficile crederci... impossibile parlarne...

Era malato da 11 mesi ed ha perso la battaglia. Una battaglia che abbiamo silenziosamente combattuto con lui con speranza e positività e che perdiamo con lui in quest’istante temuto.

Con René abbiamo condiviso l’ufficio di Martinica per cinque anni ed una parte dei successi di Delphinia Sea Conservation ai Caraibi la si deve al suo appoggio disinteressato ed onesto.
Domani sera daremo l’ultimo saluto all’amico che parte per il vero grande viaggio e secondo l’usanza di qui ci riuniremo tutti a casa sua per bere un ruhm, raccontarsi di episodi passati insieme, scherzare ed augurare Buon vento René!

martedì, settembre 15, 2009

Preparativi

E’ oramai un mese che siamo rientrati in Martinica e le cose da fare sembrano non finire mai.

Non tanto per la barca, che era gia’ pronta da due anni per questa partenza, quanto per le mille faccende “terrestri” che si accumulano inesorabilmente e non conoscono un punto fine.
E’ forse proprio questo che rende tanto difficile partire per un lungo viaggio.

Navighiamo tra vaccinazioni, ottenimento del numero MMSI per il nuovo Epirb che avendo un GPS integrato non puo’ più essere parametrato con il solo nominativo internazionale ( grazie Enrico e Medi per l’aiuto), fino al sospirato rimborso dall’assicurazione di Corail Caraibes che dopo sei mesi di attesa, dopo la minaccia di una perizia contraddittoria, ci paga i danni (grazie Jacques).

Insomma, tutte cose che non avrebbero nulla a che vedere con la partenza, ma che devono essere affrontate e risolte una per una per essere davvero pronti.

Di fatto gia da una decina di giorni tutti ci dicono “ma non siete ancora partiti?”

Ci siamo quasi ma in realtà c’é sempre qualcosa che manca per togliere quel benedetto “quasi”.