martedì, dicembre 29, 2009

Gita sul fiume.

Armati di repellente antizanzare e di macchine fotografiche partiamo per risalire il Rio Diablo con i gommoni. Lasciamo la tranquilla frenesia del mare e della barca dirigendoci verso un non meglio precisato punto nella mangrovia. Tutto sembra uguale, impenetrabile.


Poi ad un tratto la profondità diminuisce fino a richiedere l’uso dei remi. Ancora qualche decina di metri e senza quasi rendecene conto entriamo in un’altro pianeta: il fiume!

Di colpo cambiano i suoni, cambiano i colori, cala il vento e si calma l’acqua. Gli uccelli strillano al nostro passaggio, strani pesci guizzano nell’acqua fangosa che, lo capiamo dalle tracce sulle sponde, nasconde rapidi e guardinghi coccodrilli.

Siamo emozionati. I sensi tesi a percepire il minimo movimento nella speranza di cogliere la presenza di qualche animale che abita la foresta pluviale dell’entroterra di Panama.

Una canoa india é ormeggiata lungo la sponda, probabilmente vi é una “finca” poco distante.

Sappiamo che molti kuna hanno in utilizzo dei pezzi di terra su cui coltivano yucca, banane primitivos, insalata ed otoe, una specie di callaloo caraibica.

L’ambiente é ovattato e se non fosse per le citras si potrebbe restare qui fino al tramonto per vedere uscire il mondo della notte ma questi minuscoli e voraci moscerini sono un efficace deterrente alla presenza turistica di questa zona.


















lunedì, dicembre 28, 2009

Spesa a Narganà

A prima vista sembra che non ci sia nulla, o quasi.
Ma poi si scopre che in quella capanna fanno il miglior pane dell’isola, o che dietro quella porta vendono le aragoste e che a sinistra prima del ponte c’è la “tienda del pueblo” che vende birra ed a volte vino e coca cola. Che Paco vende gasolio e benzina e puo’ procurarci le bombole del gas.

Certo, non è come all’Ipercoop, pero’ si trova il necessario. E quel che non si trova lo possiamo ordinare a Julian della tienda Heidi che si dà un gran da fare per farlo arrivare da Panama City.

Narganà e Corazon de Jesus sono un po’ la “City” di Kuna Yala. C’é il piccolo aeroporto, un paio di ristoranti e le stradine in terra battuta sono ben mantenute e decisamente più grandi di quelle di Carti’. Le capanne sono in legno e bambù con i tetti di foglie di palma ma ci sono anche alcune costruzioni in muratura con tanto di pavimento in piastrelle.

Narganà e Corazon sono due isole con tanto di festività separate e, se tutto é chiuso su un’isola, magari per una festa della “cicha” (sorta di distillato strappabudella) sarà probabilmente tutto aperto sull’altra. Le due isole sono unite dal “Puente de la Amistad” che é un vero e proprio punto di aggregazione protetto dalla pioggia e dal sole.

Appena all’inizio del ponte restiamo un po’ interdetti di fronte al bidone pieno con il cartello che dice “non buttate la spazzatura”.

Scopriremo presto che purtroppo i Kuna buttano la spazzatura ovunque e che un programma di sensibilizzazione e di organizzazione di smaltimento si sta sviluppando per portare soluzione al problema.













venerdì, dicembre 25, 2009

Il nostro Natale

Oggi é il nostro Natale in famiglia! Il primo in cui siamo davvero in tre in quanto lo scorso anno Pablo aveva solo 9 mesi ed ovviamente la sua partecipazione ai momenti di festa era a misura della sua età.


Oggi é davvero con noi! Una persona che cresce e che partecipa alla nostra esistenza da protagonista. Presente in tutto con curiosità e motivazione.

A volte ci sembra di fargli subire le fatiche e le rinunce imposte dalla nostra vita di viaggiatori navigatori, ma poi osservando il modo in cui questo bimbo si rapporta con il mondo ci rendiamo conto che alcune rinunce non siano in realtà un male.

Televisione, consumismo, apparenza...la lista é lunga! Il viaggio, soprattutto su una barca a vela, dà una dimensione più ordinata e corretta alla vita dei grandi ed alla crescita dei piccini, aiutandoci ad attribuire la giusta dimensione al mondo in cui viviamo.


















giovedì, dicembre 24, 2009

Buon Natale!!

Certo che lo scenario non é proprio da presepe…e non c’è neppure la neve!
Pero’ a bordo non mancano i regali sotto l’albero e neanche i panettoni!
Del resto è Natale in tutto il mondo, sotto i cocchi e sott’acqua, e l’occasione è propizia per ritrovarsi.
Siamo a Coco Bandero e stasera è festa con gli amici italiani che abbiamo trovato...e ritrovato in questa parte di mondo.
Al menù una bella grigliata di carne, pesce ed aragoste ed ovviamente il sottoscritto viene incaricato del BBQ in ragione della sua esperieza maturata in terra patagonica.
Il funzionamento prevede che ogni barca collabori alla grigliata e che prepari a bordo un piatto, un contorno o un dolce da condividere.
Come sempre c’é che si da un gran daffare e chi se la prende comoda, ma il momento é di festa ed é bello ritrovarsi in questa remota isola caraibica per trascorrere insieme il natale.

Buon Natale! Merry Christmas! Feliz Navidad! Joyeux Noel !

mercoledì, dicembre 23, 2009

In esplorazione

Bella mattina con poco vento e visibilità ottima. Ne approfittiamo per farci qualche traccia di ingresso su Max Sea andando alla scoperta di un paio di posti con accesso un po’ intricato.

Piano piano, navigando a motore, facciamo i due passaggi di Cangombia (che sarebbe il Conck in lingua Kuna) ed il reef a punta. Uscendo dalla passe nord di Cangombia passiamo a ridosso di una piccola isoletta che racchiude tutto il sogno dell’isola tropicale: spiaggia bellissima, ciuffo di palme da cocco, un braccio di reef che si protende a formare una laguna turchese ed un fondale cangiante di sabbia e coralli...mozzafiato!

L’ancoraggio del reef a punta si presenta splendido e deserto. Vista l’ora diamo fondo per uno spuntino.
Verso le due Enzo ci chiama al VHF richiamandoci al timing. Pronti, arriviamo!

E in men che non si dica siamo tutti al pezzo per i preparativi di Natale: le luci, le panche, la legna, il letto per la brace, pulire la spiaggia...insomma, ce n’é per tutti.

martedì, dicembre 22, 2009

Rotta verso est

Cominciamo il nostro cammino verso la Festa di Natale. Ci ritroveremo con tutti gli amici italiani a Coco Bandero per fare uno dei mitici BBQ.
Come per incanto è girato il vento da ovest e una volta fuori dall’ancoraggio srotoliamo silenziosamente il genoa al lasco e facciamo rotta per Salar. Proveremo l’ingresso attraverso il passaggio nord approfittando del vento debole e del mare calmo.
L’entrata è stretta tra due isole e tra i reef che fuoriescono da entrambi i lati.
Decisamente adrenalinica!
Dopo aver fatto una S per evitare i bassi fondali accostiamo verso est in direzione di una bellissima spiaggia bianca con davanti una piscina naturale strepitosa.
Il fondale è molto profondo ma ci sono tre banchi sabbiosi che risalgono fino a 8 metri. Ci ormeggiamo sul banco più vicino a riva e scendiamo in perlustrazione.
Purtroppo una volta a terra siamo stati accolti dalle “citras”, minuscoli animaletti pungenti che popolano le isole non curate.
Il posto è bellissimo ma quest’inconveniente lo rende accessibile solo dal mare e così ci vediamo costretti a tornare a bordo e prepararci per il prossimo ancoraggio.

domenica, dicembre 20, 2009

Le famiglie di Cayo Lemon

A terra sull’isola est conosciamo Inghy, una giovane Kuna che parla un buon spagnolo.

Sono parte della famiglia che possiede l’isola ed a turno ognuno trascorre li un periodo definito dal nonno.

Loro si fermeranno sull’isola sei mesi. Mi racconta che un tempo lo facevano per raccogliere le noci da cocco, ma ora non ce ne sono più tante ed allora vendono molas alle barche o organizzano pranzi secondo lo stile Kuna per i turisti di passaggio che a volte approdano sull’isola con le imbarcazioni locali.

Sono solo due donne, l’uomo che vediamo non è della famiglia. E’ un pescatore al quale hanno dato il permesso di stabilirsi per poter pescare e fornirgli il pesce che loro fanno affumicare e che trasportano periodicamente al villaggio.

Sull’isola nordovest invece abita Justino con sua moglie e la famiglia di sua moglie, 5 generazioni almeno.

Justino si propone come day worker a bordo per lavoretti vari e decidiamo di ingaggiarlo per lucidare gli acciai e dare una pulita allo scafo. Debbo dire che siamo ben felici di potergli offrire del lavoro. Ha tre figli, l’ultimo ha meno di un mese e lui si da un gran daffare.

Tornando a bordo per il pranzo inizia la visita di una serie di venditori da cui prenderemo una cernia di 6.5 kg, un pargo di 3 kg e tre aragoste…il tutto standocene all’ancora in un posto stupendo.

Niente male no?

















giovedì, dicembre 17, 2009

Verso Cayo Lemon

Partiamo presto per riportare un vecchio amico a bordo della sua barca, ormeggiata a Cayo Lemon. Poco vento in prua quindi andiamo a motore.

Ci dirigiamo a Lemon est: all’ingresso c’è da fare una S e ci si ritrova in una grande baia ridossatissima in mezzo ad un gruppo di isolette.

E’ un posto bellissimo!

Ancoriamo e con il gommone partiamo alla scoperta dell’isola più ad est. Una piscina turchese si protende dalla spiaggia e le palme proiettano la loro ombra fino all’acqua. Ma chi è questo genio?

Saremo rimasti in acqua almeno tre ore, e nessuna voglia di uscire.

Sul fondo decine di stelle marine rosse, gialle, marroni. Un’aquila di mare salta fuori dall’acqua.

Ritornati a bordo troviamo Eujenio che abita sull’isola ad ovest che ci chiede di potergli ricaricare il telefonino. Eh già! Ci sono i cellulari ma solo alcuni villaggi hanno un gruppo elettrogeno quindi le barche sono una fonte preziosa di energia.















martedì, dicembre 15, 2009

Il villaggio

Scendiamo a terra ormeggiando il dinghy ad un moletto di legno. Ci ritroviamo in un giardinetto davanti ad alcune capanne. Diverse donne sono intente a cucinare sul fuoco o a cucire molas.

I giovani ci salutano cordialmente, ed anche gli uomini sono cordiali ed a volte perfino loquaci. Le donne, specialmente le più anziane, mostrano una certa ostilità rispondendo al nostro saluto con un movimento della testa.

Ci addentriamo tra le strette viuzze passando accanto a queste capanne che non hanno pavimento ne mobili, in cui si cucina su fuoco di legna e si dorme su amache. I tetti traspirano fumo attraverso le foglie di palma e le pareti hanno solo una porta d’entrata ma non hanno finestre.

Non osiamo pensare come possa essere nella stagione delle piogge!

I ragazzini guardano i riccioli biondi di Pablo, le bimbe vogliono toccarlo, un gruppo di bimbi che giocava a palla si ferma notando il suo interesse e gli passa la palla per farlo giocare.

I bimbi sono più piccoli di corporatura rispetto a lui ma si muovono con più padronanza. Scopriamo che hanno 3, alcuni 4 anni e che sono più piccoli perché i Kuna sono piccoli…e si vede da subito!

Infiliamo una viuzza e Pablo vede una gallina che entra attraverso una porta. Ci si avvicina e subito esce una donna che lo prende in braccio e lo porta dentro.

Ci invitano ad entrare, ci chiedono da dove veniamo, i nostri nomi, sono gentili con il piccolo.

Scopriamo un giardino curatissimo con piante e fiori. Due donne stanno cucendo molas ed un uomo siede al fresco di un albero.

Ci soffermiamo a guardare il loro lavoro: rimarcabile perfezione!

Ci mostrano alcune molas e non possiamo resistere.

La situazione è talmente gradevole che gli chiediamo di poter fare una foto di ricordo.

Stiamo volutamente evitando di ritrarre persone perché ci sentiamo a disagio. Ci sembra di mancargli di rispetto entrando nei loro villaggi con i nostri occhi da turisti sempre pronti a rubare un’immagine, ma troppo di fretta per soffermarsi a capire..

Aspetteremo un po’ e per ora scattiamo solo in certe occasioni prendendoci il tempo per assaporare questa nuova avventura.









lunedì, dicembre 14, 2009

Verso Carti

Oggi è una giornata impegnativa, ben 15 miglia da percorrere :-)). Abbiamo un appuntamento con un amico che viaggerà in taxi domani verso Panama. Ci troviamo a Cartì così mentre gli diamo un’occhiata alla barca durante la sua assenza ne approfittiamo per farci prendere un paio di cosette al supermercato e soprattutto l’ennesimo telefonino locale.

Ah dimenticavo! Da poco a San Blas hanno messo ben due operatori di telefonia cellulare ed ovviamente anche i Kuna hanno gradito l’innovazione.

Qui le distanze sono minime e, a seconda delle condizioni meteo e della rotta si può scegliere se passare a ridosso della prima o della seconda barriera.

Oggi il mare è tranquillo con poca onda e poco vento in poppa quindi restiamo nel canale Mayflower che è il più grande, ma soprattutto quello che richiede meno attenzione alla navigazione.

Veleggiamo con tutta tela. Passiamo Salar e prima di Lemon accostiamo a sinistra in direzione di Cartì dove ci sono ben quattro isole villaggio.

Un paio di zig zag tra i reef ed eccoci arrivati. Le isole villaggio, come vengono chiamate, sono fittamente costruite con capanne in bambu con tetto di foglie di palma. Qualche costruzione più grande spicca, magari la scuola o la sede del congresso.

Qui, ogni settimana, si riuniscono gli uomini del villaggio ed il Shaila ( sindaco) dà disposizioni, affina le regole ed impartisce multe e punizioni. La vita dei kuna è molto regolamentata e una colpa grave può perfino venir punita con l’espulsione dalla comunità.