domenica, novembre 01, 2009

Cartagena!!

Ultima tappa! Ci siamo svegliati presto per avere tutto il tempo di arrivare a Cartagena in giornata. C’è poco vento ma riusciamo ugualmente a fare 5 nodi a vela su un mare piatto che nulla ha a che vedere con quello che ci ha shakerato l’altra notte.

Mettiamo il mini tendalino per fare ombra sulla tuga di poppa. Pablo sguazza nella sua vaschetta ed io metto a mollo il calamaro per vedere se riesco a prendere un pesciolino per il mio bambino. Siamo tutti in relax sorvegliando la navigazione al computer quando, zzzzzzzzzzzzhhhhhiiiiiiiiii la lenza parte come un razzo. Un’occhiata allo scandaglio, siamo su una decina di metri. Ma cosa può essere a questa profondità? Rallentiamo l’andatura nascondendo il genoa dietro la randa e cominciamo a recuperare la lenza. Il pesce è grosso e tira verso il basso. Siamo obbligati a recuperare la lenza in due: io tiro su a mano ed Enrica recupera con il mulinello.

Ci vorrà più di 15 minuti per arrivare ad una decina di metri dalla poppa…e non abbiamo ancora visto di che pesce si tratta!

Enrica teme che sia un grosso barracuda, che a parte i denti, è anche un pesce che mangiamo poco volentieri quando è oltre i tre chili.

Io sono fiducioso. Dal comportamento non mi sembra un barracuda e continuo a tirare cercando di ammortizzare gli strattoni.

Finalmente il pesce viene a galla. E’ enorme! E non è un barracuda ma uno splendido carangide.

Un colpo di raffio ed in un attimo lo tiriamo su. E’ sempre un momento un po’ di tensione: il bestione che si dimena, l’amo che rischia di liberarsi e di catturare uno di noi, Pablo che vede il pesce e dice HHAAAMM! Insomma abbiamo il nostro bel daffare.

E’ un esemplare di Caranx Hippos da 5.5 kg che scopriamo essere reputato per la qualità delle sue carni rosse e compatte.

Nel giro di una mezz’ora il pesce è sfilettato e messo sottovuoto, tranne un bel pezzettone che viene proprio buono da fare a cena. Non possiamo fare a meno di ricordarci dei pesci non comprati a Calvì in Corsica l’estate del 2008 per la modica cifra di 50 euro al chilo. 50x5.5= 275 euro! Poffarbacco! Che ne dici Nello?

Speriamo sia un preludio alla pesca di San Blas.

Ci avviciniamo a Cartagena! Quante volte ci siamo immaginati questo momento.

I grattacieli sul mare ci accolgono come un pugno dopo tutti questi giorni di navigazione lungo la costa quasi deserta della Colombia pero' quest’aria quasi tipo Miami non ci dispiace.

E’ domenica e costeggiamo la spiaggia di Boca Grande piena di gente e colorata di ombrelloni. I ragazzini sugli Optimist, i motoscafi coperti di ragazze e di crema solare, ed il muro!

Si! Gli spagnoli costruirono un muro sottomarino ad un metro sotto la superficie per proteggere la città dai possibili attacchi condotti attraverso l’ingresso di Boca Grande.

Di recente, per permettere il passaggio alle piccole unità, è stato aperto un varco di una quindicina di metri che dovrebbe essere segnalato da due boe.

E’ perfetto perché questo ci evita il giro da Boca Chica con un risparmio di almeno due ore.

Di boa ce n’è solo una rossa. E’ bene tenere a mente che qui si usa il sistema americano detto RRR (Red Right Return) ed il rosso va lasciato a destra entrando.

Costeggiamo grattacieli e palazzi di lusso sul mare fino al canale d’accesso nella baia interna.

La Madonna del mare ci dà il benvenuto e le barche all’ancora ci indicano la zona di ancoraggio.

Pablo si guarda intorno con gli occhi grandi di curiosità. Noi non vediamo l’ora di andare all’incontro con la città più bella del sudamerica.

Aquarius getta l’ancora davanti allo yacht club dove si riposerà per qualche settimana.

Noi siamo soddisfatti, felici di aver portato a termine un viaggio importante e fieri di aver vissuto in tre quest’esperienza straordinaria.

























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