Una crocera per partire in crociera
Sono solo 10 anni che siamo ai Caraibi ed a parte una fugace visita di una settimana, interrotta peraltro dall’incontro con Adriatica dei “Velisti per Caso”, è la prima volta che abbiamo i nonni a bordo per una crociera.
Tre generazioni sulla stessa barca…che emozione!
In realtà noi siamo tecnicamente dei “primipari attempati” e probabilmente secondo la metrica caraibica sulla stessa barca di generazioni ce ne farebbero stare almeno 5!!
Comunque a bordo di Aquarius ci siamo noi, i nonni e Pablo. A disposizione ci sono 15 giorni (colpa di una nonna che concede sempre poco tempo alla parte tropicale dei suoi figli) e davanti a noi le Grenadines ed i Tobago Cays!
Gli ingredienti ci sono tutti!
Tardiamo qualche giorno a partire perché devo riparare la lavatrice. Si era letteralmente staccato il cestello ed allora ci siamo detti “se riusciamo a star dietro a tutta la barca…riusciremo anche a riparare la lavatrice!”
Ehhhh sembra facile!
Dopo aver smontato tutto: contrappesi, vasca, motore, puleggia, sensori vari, ecc…finalmente raggiungiamo la crocera. Non la crociera, bensì la crocera…ovvero una sorta di croce a tre bracci che sostiene il famoso cestello.
E’ un pezzo di fusione di alluminio a dir poco pessima che lavora in acqua a contatto con l’acciaio del cestello. Anche un marziano direbbe che non può funzionare!!
Ed infatti…non funziona! Ne meccanicamente, ne a livello elettrolitico! Ma allora perché non adottano un modo “sensato” per tenere al posto questo cestello???
La risposta me la da il ricambista di Martinica: “Parbleu ! je n’ai jamais vu quelq’un se pointer avec cette piece la” Ovvero: Perdindirindina! Non ho mai visto nessuno presentarsi con quel pezzo li”
Ed allora vuol dire che non ha il ricambio? Nooo, con un danno simile la lavatrice non conviene ripararla!
Ma come? Il pezzo costerà una quarantina di euro e la lavatrice nuova ne costa 500. E si deve buttarla via?
Ecco spiegato perché nessuno ha mai eliminato la crocera lasciando volutamente una “pecca meccanica a tempo” che definisce la durata di vita della lavatrice.
E noi paghiamo!!
Per finire, non ho mai aperto una lavatrice, ho raggiunto il pezzo con un’ora di lavoro, ho smosso mezzo mondo per trovare questa benedetta “crocera per la Martinica” …sembrava uno dei nostri viaggi, la crocera ha attraversato l’oceano, è arrivata a bordo ed in un paio d’ore è stata montata al posto dell’altra.
Ora la lavatrice va come una scheggia. Costo totale una cinquantina di euro compresi i cuscinetti, tre ore di lavoro e mezza giornata in Internet per le ricerche.
Morale: Vivere in modo “Eco” è anche rifiutarsi di farsi stritolare dalle regole imposte dal consumismo, riparare se possibile evitando di dare ragione a chi ci prende per fessi trattandoci da gregge consumatore talmente impegnato a lavorare per pagare il falso necessario che gli si può propinare qualsiasi fregatura, imporre qualsiasi legge che…”Tanto alla fine pagano tutti”
Ovviamente noi non ci stiamo!
Perdonate la divagazione “Ecotecnica”. Risolta la questione “fondamentale” della lavatrice finalmente si parte!
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